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14 Gennaio 2023

il sasso del Cerbaiolo

Seduto sotto la loggetta d'ingresso all'eremo, c'è dr. Davide Maccari, geologo. Ho finalmente la possibilità di porgli delle domande sull'argomento che ci circonda: un monastero ed un sasso. Un abbinamento che non solo è frequente, ma, alternandosi con qualche rocca o fortezza, sembra curiosamente seguire una linea retta immaginaria che dalle soglie dell’Adriatico, con San Marino, arriva al monte della Verna, passando per San Leo, i sassi di Simone, il Fumaiolo e ...Cerbaiolo!
30 Dicembre 2022

Chiamàti a bene dire

Un pugno di ore per lasciare il 2022 ed entrare nel 2023. La Parola ci dona, anche quest' anno, la benedizione di Dio al popolo d’Israele che si trova nel libro dei Numeri 6, 22- 27 e ripresa da San Francesco per frate Leone.

Benedizione / berakha / בְּרָכָה / dire bene.  

Lasciamo le parole vuote, quelle che umiliano e uccidono, quelle volgari e urlate, quelle violente e che tolgono dignità. Ridiamo alla parola la dignità dell'uomo, la forza creatrice che nutre e rialza e porta avanti la vita. Diventiamo benedizione, per l’anno che viene, berakha, che mostri un nuovo inizio / bereshit. Noi dobbiamo essere la novità, il cambiamento, la nascita del nuovo mondo, più umano e quindi divino.

Il buon anno inizia da una buona vita, quando tra il dire e il fare c’è di mezzo il cominciare.

Dalle scelte consapevoli e responsabili, vissute con fedeltà e lealtà nei confronti del mondo, si conferma l’alleanza / berit fra Dio è l’uomo, chiamato a coltivare e custodire la vita. Alleanza che ci impegna a portare avanti l’opera della creazione, ad essere attenti alla vita in tutte le sue forme e manifestazioni perché chiamata ad essere dal grido di Dio e dalle sue mani. Alleanza che in Gesù affratella gli uomini, e ci fa misericordia, cioè ci unisce dalle viscere.

Ripuliamo il volto degli uomini, per riportare alla luce il volto di Dio, i lineamenti dell’Eterno che fa' di ogni uomo un capolavoro. Tracciamo sul mondo la benedizione, perché sia una dolce carezza, che lasci il profumo e il segno della Shalom / שלום, cioè della pienezza di vita e di gioia, possibilità come la tenerezza a portata di mano, che rompe l’isolamento e ogni situazione che toglie respiro e ammala la vita.

 Scegliamo di essere benedizione, grido che nella notte dell’anno in uscita annuncia il nuovo giorno di Dio, anno di grazia e del Signore.

Buon anno 2023 a tutti!

Dio sia con voi, 
 ha Shem immakhem,
 שאלוהים יהיה איתכם

 

p. Claudio, dall’eremo di Cerbaiolo



(Coppo di Marcovaldo, Gesù benedicente , part. -  a. 1260-70, mosaico, Battistero - Firenze - fonte: Wikicommons)
21 Dicembre 2022

L’attesa

In questa manciata di giorni che mancano al Natale, siamo invitati a ritornare alla vita nuda, a fare tacere le parole, le azioni, le forme, i pensieri che rendono frenetici e distraenti i giorni.

Siamo chiamati ad ascoltare il silenzio della vita, quell'essenza e quello sfondo quello spazio che dà luogo alle attività del vivere. Cogliere il Principio, il Silenzio che è grembo, da cui tutto ha avuto origine, per risentire nel profondo il miracolo eternamente originale del nascere umano e risentire quel grido della vita, che ci ha accesi al mondo.

Recuperare l’ascolto attento e consapevole che ci fa appoggiare la Parola all' orecchio e dare tempo ad essa di entrarci dentro e fecondarci trasformandoci modificando nel tempo la nostra vita, cambiandone le priorità, i tempi, i gusti, gli interessi, i discorsi, le azioni, proprio come ad ogni donna presa dal mistero della vita che le vive dentro.

Ritornare alla vita nuda, stupendo il mondo proprio come il Dio bambino con il " trucco" della semplicità.

Buona attesa. il Signore è vicino!

p. Claudio Marcello Ciccillo, Oblato camaldolese …eremita di Cerbaiolo

13 Dicembre 2018

l’edificio

4 Giugno 2023

4 Giugno

“Le Persone della Trinità sono distinte tra loro, come queste foglioline di trifoglio sul loro stelo. Ma unica è la loro sostanza: ciascuna Persona è Dio, come ciascuna fogliolina è erba”.

-San Patrizio, vescovo d'Irlanda-

27 Maggio 2023

28 maggio – Pentecoste

20 Maggio 2023

21 maggio

L’Ascensione è la solennità che celebra la maturità del cristiano e della Comunità, Cristo che sale al Padre lascia la sua Parola, il suo messaggio di vita, il suo sogno di mondo, la sua capacità di rialzare e sanare la vita ai suoi discepoli.

Pone la sua fiducia e speranza su un pugno di uomini, fragili e grandi nello stesso tempo. Li riporta sul monte, alle beatitudini che sono il centro e la sintesi del Vangelo, alle origini del messaggio, per riscoprirne la freschezza e la purezza della fonte, libera dalle incrostazioni del tempo e dell’uomo.

Li invita a predicare il Vangelo, cioè a dire prima la buona novella dell’amore disarmato del Padre, e a immergere il mondo nella vita di Dio, come Lui ci ha portato la nostra umanità salendo in cielo. 

L’Ascensione è l’invito del Maestro a divinizzarci. Prima come Lui dobbiamo discendere nella nostra umanità, conoscere noi stessi, chi e cosa ci abita per poi risalire, ascendere alla nostra dimensione di figli nel Figlio, facendo fiorire la nostra umanità fino a raggiungere la condizione divina, con e come il Maestro.

13 Maggio 2023

14 maggio

Il Maestro ci invita ad essere amore, cioè a-mors: senza morte.

Ad essere impasti di terra e di amore vestiti di Lui, per immettere vita nelle vene della storia, per liberare la vita, e coloro che liberi non sono.

A essere soffio del suo respiro, del suo Spirito, che fa nuove tutte le cose, che rianima il mondo, la quotidianità di gesti e parole, dando alla vita respiro, liberandola dagli “Egitto” di turno che la soffocano, come dice la parola ebraica che identifica quella nazione africana, מִצְרָיִם Mitzraym.

6 Maggio 2023

7 Maggio

2 Maggio 2023

Ascolta…

sabato 13 maggio 2023 il Cerbaiolo ti propone: Giornata di deserto per prestare orecchio al grido della vita nuda, alla Parola di Dio, al proprio respiro... Fermarsi per ascoltare, " voce di un silenzio sottile" e riprendere il cammino con più consapevolezza... Porta la tua Bibbia!
1 Maggio 2023

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29 Aprile 2023

Chiara

Tredici anni fa tornava al Padre celeste suor Chiara.

Al secolo Maria Annunziata Barboni, nata a Porto Corsini nel ‘24, quando il toponimo indicava il villaggio di pescatori e la lanterna. Del come arrivò al Cerbaiolo – e implicitamente alla sua personale fede - raccontava: "Mi sono arrabbiata con il Signore quando volevo che mi facesse trovare una casaccia dove potermi ritirare ogni tanto.

Ero in santa Chiara, ad Assisi, dove c’è il crocifisso che ha parlato a Francesco, e gli ho detto: “Ma quando me la dai una casaccia?” Sì, quella volta ci ho litigato. Ma poi si sapeva come sarebbe andata a finire". Nel 1960 del monastero benedettino di Cerbaiolo, originario del VIII secolo, che aveva visto il soggiorno di sant’Antonio e ospitato Giosué Carducci, restavano solo le rovine: nel ‘44 i tedeschi in ritirata avevano fatto saltare la chiesa e parte del convento. 

Suor Chiara curò la ricostruzione di una porzione della grande struttura originaria e ci andò a vivere, "in un luogo solitario ma non chiuso". Ci sarebbe restata trent’anni, in compagnia delle sue amate “bambine” - un piccolo gregge di caprette – e persino d’un barbagianni.

Nelle stalle sussurrava la preghiera: "Padre nostro, dacci il nostro fieno quotidiano". Ravignana cenobita, si considerava del mondo ma non nel mondo. La sua semplicità era la profonda saggezza di chi, ponendosi le domande immutabili nascoste in noi, aveva trovato le risposte.

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29 Aprile 2023

30 aprile – 4a di Pasqua

Il Maestro dice di essere il compimento della promessa di Dio, in quanto Lui stesso è il Signore che si prende cura di tutto il popolo e di ogni singola persona, È colui che le chiama per nome, riconoscendo dignità e singolarità a ciascuno, rispettandone la storia ed i tempi di crescita, Un Pastore di cui si conosce la voce perché risponde alle esigenze più profonde dell'animo umano, al desiderio di vita piena che abita tutti e ciascuno. Lui è la porta in cui si entra nella vita di Dio, porta che non blocca ma lascia che gli uomini possano uscire e trovare pascoli. Il Pastore spinge fuori perché chiama a libertà, ad un esodo che porti fuori dai recinti delle costrizioni, delle schiavitù, dell’addomesticamento delle coscienze, .