Sabato e domenica 2-3 dicembre, ritiro spirituale all’Eremo
2 Dicembre 202310 -12 maggio
1 Febbraio 2024Avvenne, accadde nella storia. “…Avvenne che Augusto volle fare un censimento…”, il potere di turno ha bisogno di contarci, di renderci numeri che quantificano proprietà ed entrate, codici fiscali da cui spremere profitti. Una storia che accade orientata e dirottata dall' alto. Un Kronos che, come nel mito, continua a divorare i suoi figli, un tubo digerente che ingoia ogni cosa e persona.
“Tutti andavano a farsi registrare…”, sudditi, uomini piegati, asserviti, privi di domande, spersonalizzati, non più volti, ma tutti, senza nome, identità, In questa storia i potenti, i VIPs, hanno un nome: Augusto, Quirinio.
“E avvenne anche…” E quando tutto sembra essere chiuso in un copione già scritto, c’è una altra storia, un altro racconto, che viaggia nelle vene della vita, che scorre nelle pieghe della storia ufficiale: Maria e Giuseppe, una coppia, Ish e Isha, uomo e donna che nella loro unione dicono il nome di Dio, IH, iniziali del Tetragramma Sacro, dell’Impronunciabile.
Miriam, che si porta nel nome, le domande fondamentali dell’uomo, quelle che danno senso e scopo alla vita, Chi? Che cosa? Domande che ci rendono umani. E Giuseppe, colui che aggiunge, il morso del di più che spinge a cercare ad osare, al non sedersi, addomesticando la vita.
Essi partono per Betlemme, Bet Lechem, casa del pane. Ricordandoci le tre cose che accomunano tutti gli uomini di ogni età, cioè l’affetto, un pezzo di pane ed il sentirsi a casa. Tre cose semplici, essenziali per coltivare e custodire la vita. A Betlemme c’è il senso del Natale, del vivere.
A Betlemme non trovano un alloggio, l’uomo cerca casa, Dio cerca casa. Un luogo familiare, un luogo dove poter essere sé stessi, un luogo che lo narri, che abbia i suoi odori e sapori, un luogo dove la vita si fa relazione, quotidiano, un luogo di ricordi, con l’odore della vita. Non un alloggio che sa di passaggio provvisorio, dove il passaggio lascia deboli tracce subito rimosse, un luogo per momenti che cambiano, divorati dal cliente successivo.
“E avvenne anche…” Si manifesta un’altra storia, quella di Dio, poche righe, non tante parole, quelle che servono per dire una vita che nasce. “Si compirono i tempi del parto e diede alla luce…”, Dio in punta di piedi entra nel mondo come ogni cucciolo d’uomo.
“Venne alla luce” perché Dio nella sua radice indoeuropea vuol dire luminoso, splendente. Luce perché è esperienza, e come ogni esperienza è evento, non un nome pronunciabile. È lo stile di Dio. Basti pensare a Mosè ed al roveto ardente che non si consumava. Dio non gli rivela un nome ma “…Io Sono”, sono l’esperienza.
La nascita avvenne in una grotta, cioè nella parte interna della casa, cioè dove erano custoditi gli animali. Dio nasce nella parte interna dell’uomo, nella coscienza, sacrario di Dio. Il Natale ci chiama ad andare nella profondità dell’io, a oltrepassare l’io costruito, per toccare l’io autentico.
“Maria lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia…”, Dio avvolto in fasce, ci chiama scoprirlo avvolto nelle fasce della Scrittura e della storia, a discernere la Sua carne, nella Parola e negli avvenimenti, a nutrirci della sua presenza nel pane e nei volti.
“Questo è il segno, troverete un bambino che giace in una mangiatoia…”. Questo l’annuncio dell’Angelo ai pastori. Non troverete un fenomeno mediatico, una rivelazione eclatante, ma un Dio disarmato che nasce semplicemente come ogni bambino di gente comune, come ogni figlio di pastore. Una nascita che non cambia identità o esistenza ai pastori, che non li strappa dalle fatiche e dalle transumanze, dai tratturi percorsi in cerca di pascolo, ma li rende custodi e somiglianti all’Eterno, con una parola, rivestita del loro dialetto, da dire, Parola che ha l’odore delle pecore, della vita vera, Parola che non rimane fredda e senza vita appunto nei registri imperiali, un nome fra gli altri, scritto ma non incarnato.
“E avvenne…” Chissà se quest'anno avverrà, che Dio faccia capolino con sembianze umane, stupendoci con il " trucco" della semplicità.
Buon Natale