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Un sasso dal fondo dell'Oceano Ligure
In un pomeriggio di un inverno da mezza stagione, con tante foglie autunnali ancora sugli alberi e già c'è il maggiociondolo che accenna i gialli di primavera. La rupe di Cerbaiolo non ha ancora deciso il suo outfit.
L'azzurro limpido, l'aria mite, il sole ancora scalda volentieri ed i campi sono di un solido verde smeraldo. Di neve non se ne parla per ora.
Seduto sotto la loggetta d'ingresso all'eremo, c'è il dr. David Maccari, geologo. Ho finalmente la possibilità di porgli delle domande sull'argomento che ci circonda: un monastero ed un sasso.
Un abbinamento che non solo è frequente, ma, alternandosi con qualche rocca o fortezza, sembra curiosamente seguire una linea retta immaginaria che dalle soglie dell’Adriatico, con San Marino, arriva al monte della Verna, passando per San Leo, i sassi di Simone, il Fumaiolo e ...Cerbaiolo!
Non è possibile non notare la singolare forma aspra delle rocce che spiccano dal suolo, nulla a che vedere con le colline, lisce e tondeggianti che li circondano.
Dottor Maccari, o meglio, David, credo ci possiamo dare del “tu”, no? …
E ci credo! A parte che ci si conosce da un bel pezzo, ma qui a Cerbaiolo …che s’ha dasse del “voi”?
Ma ‘nfatti, scusa. Questa cosa dell’intervista m’ha preso leggermente la mano.
Ti volevo chiedere da tempo di questa stranezza del territorio di Cerbaiolo e dei suoi “sassi”, quasi il detto “chi ha visto la Verna e non Cerbaiolo…”
“…ha visto la mamma e non il figliolo” …vero?
Sono almeno “parenti” se non proprio “discendenti”. Si potrebbe dire che pur non essendo nati dalla stessa matrice hanno poi subito una ...vicissitudine comune.
Queste formazioni si chiamano "LIGURIDI" da cui gli "EPILIGURI".
No, scusa, cioè? Che c’entra la Liguria?
Ti parrà strano ma è proprio così. I litotipi (occhiataccia…) affioranti nell’area dell’Eremo di Cerbaiolo fanno parte delle Unità Liguri sedimentate sul fondo dell’antico Oceano Ligure-Piemontese, risalente al Giurassico medio.
La vita del bacino è durata qualche milione d’anni, fino a quando la spinta della zolla africana contro la zolla euroasiatica ha provocato il sollevamento del fondale.
I depositi che non sono stati sepolti tra zolle hanno formato un vastissimo accumulo di sedimenti a scaglie. Questi materiali costituiscono oggi il corpo delle …Liguridi!
E sia. Liguridi.
Ma perché qui? Affacciati ormai sull’Adriatico?
Da quel famoso “Oceano Ligure” la denominazione di Liguridi, ed è da lì che le masse rocciose sono partite "galleggiando" sul suolo attuale, spinti dai movimenti tettonici e hanno interessato la Toscana, poi la Romagna e il Montefeltro, per un percorso valutato intorno ai 200 km.
Maddai… E io che mi immaginavo una teoria di “sassi” appartenuti al limite all’Adriatico ed estesi verso di noi. Al contrario quindi?!
E tu pensa che per tutto il tempo di questo spostamento, al di sopra della coltre in movimento è continuata la sedimentazione delle formazioni poi dette Epiliguri, cioè i litotipi (altra occhiata…) che attualmente formano il Monte Fumaiolo, il Sasso di Simone e Simoncello e il complesso della Verna, quindi rocce molto più recenti e di diversa origine rispetto a quelle affioranti sul Cerbaiolo.
E quindi mi dici che il sasso del Cerbaiolo è ancora più …antico?
Ma non solo: qui a Cerbaiolo sono noti ben due termini litologici, ovvero strati distinti: la Breccia Calcarea di Cerbaiolo e la Breccia Diabasica di Cerbaiolo. Conosciuta in letteratura come “Serie di Cerbaiolo”. ...Addirittura.
…Addirittura… La serie di Cerbaiolo!?
Come sali su dal cimitero, i primi scogli che vedi, quello del Cristo scolpito, per capirsi, sono di Breccia Calcarea. Tutto il bancone su cui poggia l’Eremo, è costituito per la quasi totalità da ciottoli spigolosi di calcare unita da cemento calcareo.
È una roccia sedimentaria e si dice “a Calpionella”, perché contiene dei fossili microscopici di questo mollusco a forma di anfora.
Capito quindi? L’oceano Ligure…
Si si, Ligure… L’oceano…
Proseguendo più su, oltre il monastero invece, lo strato diventa Breccia Diabasica. A differenza dell’altra risulta meno fratturata e sul versante che guarda il poggio dei Sassi Neri a ponente, lo strato di terreno che si è formato, ha permesso la forestazione che ricopre la cima.
Ma invece, più in basso, al cimitero o lo stesso sasso del letto di Sant’Antonio, di che cosa sono fatti?
Aspetta, non affollare! Ti spiegavo come nel tempo si siano formati, ovvero saliti e rimasti lassù. Calcola che è passato un po’ di tempo e ne sono successe di cose.
Tipo?
Tipo movimenti tettonici e conseguenti terremoti, gli agenti atmosferici, il dilavamento delle acque …l’uomo!
L’uomo?
Metti pure che la ripidità dei versanti abbiano reso la vita difficile ai massi in equilibrio in cima a Cerbaiolo, specie durante un terremoto.
Aggiungi che la differente conformazione abbia subito la penetrazione delle acque meteoriche e il dilavamento abbia scavato ai fianchi e alle fondamenta qualche blocco fino a staccarlo.
Come minimo, qualcuno di questi ha cominciato a muoversi e anche a rotolare e si è fermato dove ha trovato di spianare meglio.
L’ultimo è noto che sia successo nel 1997.
Si, ma che c’entra l’uomo?
Ma tu credi che il pianoro dove sorge l’eremo non abbia assaggiato il piccone? Vedi pure che qualche “ingombro” è diventato strutturale e fa ora parte dell’edificio.
E sarà stato inevitabile che già i primi edificatori si siano fatti comodo qua e là, spianando e colmando al bisogno.
Non credo allora sia estraneo anche l’ultimo conflitto: il convento fu minato, qualche altro danno, crepa o distacco...
Può darsi. Tornando alla tua curiosità, come mai cioè in questi posti sia comune la presenza di edifici con una storia particolare.
Io ritengo che, in antichità, alture come questa sono state scelte come sede preferenziale per insediamenti di natura sia civile che religiosa, forse proprio perché le pareti a strapiombo della placca rocciosa che li circondavano, ancorché instabili come ti dicevo, non potevano non offrire una naturale difesa contro gli attacchi esterni.
Eh no, non correvano tempi facilissimi neanche ai tempi di San Francesco… Figurarsi all’epoca di Tedaldo, cinquecento anni prima di lui!
Tutto questo senza sminuire la suggestione che inevitabilmente si ha salendo a questo luogo e che devono aver avuto anche i primi che lo hanno frequentato. A tal punto che non ne sono andati esenti neanche i santi che citavi…
Sarebbe bello continuare, ma come si dice “s’è fatta una certa”. Vedo padre Claudio trafficare con le chiavi del portoncino e il disco del sole è passato dietro al monte della Faggeta. Forse è ora di scendere alle macchine e salutare Cerbaiolo,
il LIGURIDE ritrovato.
Per approfondire, scarica il PDF Geologia del CERBAIOLO Una relazione molto dettagliata con ampia documentazione fotografica!