“Le Persone della Trinità sono distinte tra loro, come queste foglioline di trifoglio sul loro stelo. Ma unica è la loro sostanza: ciascuna Persona è Dio, come ciascuna fogliolina è erba”.
-San Patrizio, vescovo d'Irlanda-
L’Ascensione è la solennità che celebra la maturità del cristiano e della Comunità, Cristo che sale al Padre lascia la sua Parola, il suo messaggio di vita, il suo sogno di mondo, la sua capacità di rialzare e sanare la vita ai suoi discepoli.
Pone la sua fiducia e speranza su un pugno di uomini, fragili e grandi nello stesso tempo. Li riporta sul monte, alle beatitudini che sono il centro e la sintesi del Vangelo, alle origini del messaggio, per riscoprirne la freschezza e la purezza della fonte, libera dalle incrostazioni del tempo e dell’uomo.
Li invita a predicare il Vangelo, cioè a dire prima la buona novella dell’amore disarmato del Padre, e a immergere il mondo nella vita di Dio, come Lui ci ha portato la nostra umanità salendo in cielo.
L’Ascensione è l’invito del Maestro a divinizzarci. Prima come Lui dobbiamo discendere nella nostra umanità, conoscere noi stessi, chi e cosa ci abita per poi risalire, ascendere alla nostra dimensione di figli nel Figlio, facendo fiorire la nostra umanità fino a raggiungere la condizione divina, con e come il Maestro.
Il Maestro ci invita ad essere amore, cioè a-mors: senza morte.
Ad essere impasti di terra e di amore vestiti di Lui, per immettere vita nelle vene della storia, per liberare la vita, e coloro che liberi non sono.
A essere soffio del suo respiro, del suo Spirito, che fa nuove tutte le cose, che rianima il mondo, la quotidianità di gesti e parole, dando alla vita respiro, liberandola dagli “Egitto” di turno che la soffocano, come dice la parola ebraica che identifica quella nazione africana, מִצְרָיִם Mitzraym.