p. Claudio Ciccillo

2 Maggio 2023

Ascolta…

sabato 13 maggio 2023 il Cerbaiolo ti propone: Giornata di deserto per prestare orecchio al grido della vita nuda, alla Parola di Dio, al proprio respiro... Fermarsi per ascoltare, " voce di un silenzio sottile" e riprendere il cammino con più consapevolezza... Porta la tua Bibbia!
29 Aprile 2023

30 aprile – 4a di Pasqua

Il Maestro dice di essere il compimento della promessa di Dio, in quanto Lui stesso è il Signore che si prende cura di tutto il popolo e di ogni singola persona, È colui che le chiama per nome, riconoscendo dignità e singolarità a ciascuno, rispettandone la storia ed i tempi di crescita, Un Pastore di cui si conosce la voce perché risponde alle esigenze più profonde dell'animo umano, al desiderio di vita piena che abita tutti e ciascuno. Lui è la porta in cui si entra nella vita di Dio, porta che non blocca ma lascia che gli uomini possano uscire e trovare pascoli. Il Pastore spinge fuori perché chiama a libertà, ad un esodo che porti fuori dai recinti delle costrizioni, delle schiavitù, dell’addomesticamento delle coscienze, .
15 Aprile 2023

16 aprile – 2a di Pasqua

Tommaso ci mostra il segno per riconoscere il vero volto di Cristo fra le tante contraffazioni: le stigmate. I segni di un amore donato gratuitamente, spezzato e versato per dare vita, a servizio di tutti e ciascuno. Dio è come Gesù, amore. La Comunità, come ci ricorda il libro degli Atti, è convivialità delle differenze, un solo uomo nuovo: Cristo Gesù, che vive nella logica della cura, del servizio e della condivisione, rendendo la Comunità agenzia periferica del Regno di Dio, anticipazione del Regno nel mondo, immettendo nelle vene della storia quell' amor che muove "...‘l sole e l’altre stelle", per dirla con il Sommo Poeta.
8 Aprile 2023

9 aprile – Pasqua

Maria di Magdala si reca al sepolcro, di buon mattino, ancora buio, convinta di trovare una tomba chiusa, una storia finita, un mattino di tenebre come quelle che aveva nel cuore, una speranza come giorno abortito. Non vede la pietra rotolata via, ma l’assenza di un corpo. Non coglie il segno della vita, ma l’assenza della morte, i suoi occhi non sanno cogliere la realtà, ma vedono ciò che è in lei, l’assenza, il vuoto del Maestro, di quel corpo che era ricordo di un frammento di vita, non più vivente. Pietro e il discepolo amato corrono al sepolcro, nel luogo della morte, anche per loro l’esperienza del Maestro era stata archiviata da quella pietra, anche loro in ricerca di un corpo, con cui avevano vissuto percorrendo le strade di Palestina, con cui avevano mangiato e bevuto, assistendo ad incontri e prodigi, parole che accendevano i cuori. Nel sepolcro il Maestro ha lasciato segni di vita, il lenzuolo afflosciato su stesso, e sistemato come a preparare un talamo, facendo sentire il profumo e le promesse sponsali, di un’alleanza senza più fine, gravida del Regno che viene.
6 Aprile 2023

In memoria di me…

In quella sera di confidenze e tradimenti il Maestro prese un pane ed un calice di vino, corpo donato e sangue versato per fare alleanza eterna fra Dio e gli uomini.

Un pane ed un sorso di vino, doni di Dio e del lavoro degli uomini, per nutrire e portare avanti la vita. Pane e vino da mangiare e bere per nutrirsi di Lui ed assimilare la sua vita, masticare e assorbire la sua esistenza, il suo sogno, Regno di Dio, facendo nostri le sue scelte e sentiment.

In memoria di Lui, non come semplice ricordo, ma rendendolo presente e vivo nell' oggi, divenendo con Lui e come Lui pane e vino per la vita del mondo, creando fraternità, solidarietà, condivisione, chinandoci sui piedi degli altri con tenerezza per servirli, cingendoci dell’unico paramento previsto dal Vangelo: l’asciugatoio. 

Paramento che il Maestro non si è più tolto, riprendendo le vesti dopo la lavanda, lasciandolo come segno distintivo del discepolato vero, assimilato a Lui. 

Nella Passione e croce il pane ed il vino da segno diventano realtà, corpo donato e sangue versato in fedeltà a Dio e agli uomini. 

La croce nella sua forma richiama la dimensione verticale e orizzontale dell’amore, di quell' unico comandamento, da tenere unito, senza contrapporre Dio e l’uomo, semmai dare sempre priorità all’uomo a cui Dio dona la vita e non chiede la sua.

Il Sabato è il tempo del silenzio, ascoltare la vita, attendere il nuovo di Dio che si tesse e si gesta nel grembo della terra, per irrompere nel grido della risurrezione, della festa delle pietre rotolanti,  perché la vita non può essere trattenuta, la morte non ha l’ultima parola.  Gesù vive, per sempre. E noi con Lui. 

Buon triduo santo.

In memoria di me…
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