Con questa domenica entriamo nel mistero della Settimana Santa.
La Liturgia pone alla nostra riflessione la figura del servo sofferente che si fa dono in fedeltà a Dio e agli uomini, confermando nelle scelte la Parola che andava dicendo sulle strade di Palestina, rivelando fino in fondo il volto del Padre, un volto che ha i lineamenti della misericordia, del perdono incondizionato, della pace, dell’amore gratuito e vulnerabile.
Il Vangelo della Passione, ci mostra i diversi personaggi e quindi modi di porsi di fronte al Nazareno, dall’atteggiamento umorale della folla che benedice o condanna a secondo della "pancia" e del grido più forte, ai Pilato che non prendono posizione per paura e per il buon posto, a quelli come i soldati che obbediscono senza farsi domande e sfogano sui poveri le loro frustrazioni, ai sommi sacerdoti che mettono la loro legge e privilegi al di sopra dell' uomo e della verità, agli apostoli, impauriti, pronti a tradire per qualche spicciolo di moneta o a rinnegare per non compromettersi, per salvarsi la vita ed il buon nome.
Il Maestro, sulla croce rende vita quel farsi pane spezzato e vino versato, facendo dell’Eucarestia non semplicemente un rito, ma uno stile di vita, un modo di essere nel mondo per nutrire e portare avanti la vita.
La pietra rotolata sull’imboccatura del sepolcro vorrebbe essere l’ultima parola, la carta che chiude i conti e la partita, il sipario che si chiude sulla vicenda dell’oscuro falegname di Nazareth e la sua pretesa di essere Dio.
Quella pietra interroga noi, ci invita a riaprire il caso, ad esaminare la vicenda di Gesù di Nazareth, a dire la nostra, " dicono che è risorto”, e se fosse davvero vero?
Buon cammino, al mattino di Pasqua!