Santa Messa

8 Aprile 2023

9 aprile – Pasqua

Maria di Magdala si reca al sepolcro, di buon mattino, ancora buio, convinta di trovare una tomba chiusa, una storia finita, un mattino di tenebre come quelle che aveva nel cuore, una speranza come giorno abortito. Non vede la pietra rotolata via, ma l’assenza di un corpo. Non coglie il segno della vita, ma l’assenza della morte, i suoi occhi non sanno cogliere la realtà, ma vedono ciò che è in lei, l’assenza, il vuoto del Maestro, di quel corpo che era ricordo di un frammento di vita, non più vivente. Pietro e il discepolo amato corrono al sepolcro, nel luogo della morte, anche per loro l’esperienza del Maestro era stata archiviata da quella pietra, anche loro in ricerca di un corpo, con cui avevano vissuto percorrendo le strade di Palestina, con cui avevano mangiato e bevuto, assistendo ad incontri e prodigi, parole che accendevano i cuori. Nel sepolcro il Maestro ha lasciato segni di vita, il lenzuolo afflosciato su stesso, e sistemato come a preparare un talamo, facendo sentire il profumo e le promesse sponsali, di un’alleanza senza più fine, gravida del Regno che viene.
31 Marzo 2023

2 aprile – domenica delle palme

Con questa domenica entriamo nel mistero della Settimana Santa.

La Liturgia pone alla nostra riflessione la figura del servo sofferente che si fa dono in fedeltà a Dio e agli uomini, confermando nelle scelte la Parola che andava dicendo sulle strade di Palestina, rivelando fino in fondo il volto del Padre, un volto che ha i lineamenti della misericordia, del perdono incondizionato, della pace, dell’amore gratuito e vulnerabile. 

Il Vangelo della Passione, ci mostra i diversi personaggi e quindi modi di porsi di fronte al Nazareno, dall’atteggiamento umorale della folla che benedice o condanna a secondo della "pancia" e del grido più forte, ai Pilato che non prendono posizione per paura e per il buon posto, a quelli come i soldati che obbediscono senza farsi domande e sfogano sui poveri le loro frustrazioni, ai sommi sacerdoti che mettono la loro legge e privilegi al di sopra dell' uomo e della verità, agli apostoli,  impauriti, pronti a tradire per qualche spicciolo di moneta o a rinnegare per non compromettersi, per salvarsi la vita ed il buon nome. 

Il Maestro, sulla croce rende vita quel farsi pane spezzato e vino versato, facendo dell’Eucarestia non semplicemente un rito, ma uno stile di vita, un modo di essere nel mondo per nutrire e portare avanti la vita. 

La pietra rotolata sull’imboccatura del sepolcro vorrebbe essere l’ultima parola, la carta che chiude i conti e la partita, il sipario che si chiude sulla vicenda dell’oscuro falegname di Nazareth e la sua pretesa di essere Dio.

Quella pietra interroga noi, ci invita a riaprire il caso, ad esaminare la vicenda di Gesù di Nazareth, a dire la nostra, " dicono che è risorto”, e se fosse davvero vero?

Buon cammino, al mattino di Pasqua!

25 Marzo 2023

26 Marzo

Liberi per vivere

La Parola in prossimità della Pasqua ci conduce a Betania (casa di povertà), dove hanno domicilio le fragilità umane, la povertà più radicale e temuta: la morte.
Essa richiama al senso del vivere, ridimensiona Marta - signora, padrona, ossia il primato del fare, del produrre, dell'efficienza, del potere, e Maria - amata, cara, che chiude in casa, segrega e ammutolisce i sentimenti, le emozioni, la parte tenera, vulnerabile.
La morte di Lazzaro (Dio soccorre) è rotolare una pietra sulla speranza. È lasciare imputridire i valori più umani quali l’ospitalità, l’amicizia, la fratellanza, la trascendenza, vite gettate nel mondo votate alla morte.
Yeshua/ Gesù, ci raggiunge con il volto di un Dio umano che si commuove e piange, perché ama, e grida dal profondo tirando fuori dal nulla la vita, come all’alba della creazione, vita risorta e chiamata alla piena fioritura, libera dalle bende della paura e della costrizione, libera di respirare i propri sogni, di percorrere la sua strada, di respirare il cielo, di fare la parola amore .
18 Marzo 2023

19 Marzo

La Parola di questa domenica di Quaresima è gravida di riferimenti battesimali, alla nuova nascita nello Spirito, che attraverso l’unzione (1a lettura), l’acqua (Vangelo) e la luce (2a lettura) ci trasforma in figli di Dio, ad immagine di Yeshua/Gesù. Il cieco nato. Il popolo, le autorità religiose ritenevano che la cecità e altre forme di malattia o eventi calamitosi fossero castighi divini per i peccati propri o dei padri. Credevano in un Dio che teneva in considerazione la legge, norme, precetti più che il bene e la felicità dell'uomo (osservanza del sabato). Un Dio circoscritto e delimitato nel suo agire e mostrarsi, da teologie e convinzioni dottrinali, interpretative del suo pensiero e volontà. Yeshua rompe gli schemi, libera dalla paura che paralizza e ammala la vita. Fa' un impasto di fango e saliva (Spirito solidificato), ridona all’uomo uno sguardo nuovo su Dio, su sé stesso, sulla vita. Lo fa uomo nuovo non più riconoscibile dagli altri che diventano "ciechi". Vita nuova attraverso la quale prende consapevolezza della sua dignità fregiandosi con il nome di Dio: Sono Io. L’ex cieco comincia un percorso di liberazione dalla paura, dalle false immagini di Dio, da chi lo preferiva cieco e non libero. Un cammino che lo porta ad esporsi e a crescere nella fede e nella conoscenza di Yeshua/Gesù, dapprima chiamato per nome poi riconosciuto come profeta ed infine Messia Salvatore In questo racconto evangelico siamo chiamati ad intraprendere questo percorso che apra i nostri occhi alla riscoperta del Battesimo, e della vita risorta che abbiamo in noi attraverso lo Spirito di Yeshua/Gesù, che ci rivela il volto vero del Padre, che ama la vita, e la dona in pienezza per liberare chi libero non è, facendolo sacerdote, re e profeta, figlio nel Figlio.
11 Marzo 2023

12 Marzo

DIO, ACQUA DI VITA ETERNA.

I cambiamenti climatici ci mettono sempre più a conoscenza della siccità e della desertificazione che mettono a rischio persone e colture. L’oro blu, secondo alcuni, sarà causa dei prossimi conflitti e il suo possesso deciderà l’egemonia di un Paese su un altro. L’acqua è vita, già il vecchio e buon Talete aveva individuato nell' acqua l’archè, ossia il principio primo della possibilità della vita. Il tema delle letture di questa domenica è l’acqua e la sua importanza per la vita dell’uomo e della creazione, ma anche in senso teologico l’acqua è elemento necessario per la vita spirituale, il senso, la sete di Altro e di oltre che alberga in ciascuno. L’episodio della Samaritana è rivelazione della sposa perduta a causa dell’impasto dei popoli dopo la caduta del Regno del nord del 726 AC, ed i cinque mariti sono i Baal cioè signori/idoli che hanno preso il posto del Dio vero/IHWH, i cui templi costruiti sui cinque monti della Samaria dominavano e asservivano il popolo. Yeshua siede al pozzo di Giacobbe, al pozzo della promessa e dell’innamoramento del Patriarca e di Rachele, pozzo che parla al cuore, che cattura gli occhi e fa sobbalzare e fremere la vita. La Samaritana viene con una brocca, in un ora insolita, spinta dalla sete di vita, di piccoli sorsi per portarla avanti, limitati dalla capacità della brocca, e sempre da attingere e provvisori. Yeshua si propone come sorgente, acqua viva e libera, non circoscritta dall’uomo, acqua che zampilla dalla vita stessa e non da attingere da pozzi di altri. Sorgente che sgorga da dentro, che riecheggia nell' annuncio, che raggiunge i villaggi degli uomini bagnandoli di novità e di compimento di attese. Fonte che mette in movimento, che lascia alle spalle brocca e pozzo, perché non è contenibile nei recinti umani. Fonte che sgorga non da monti sacri, geografie della toponomastica umana, ma dallo Spirito, soffio di vita, che aleggia sulle acque e dalla Verità, nuda e semplice, come la vita, come Dio, che si fa adorazione, presenza di silenzio e meraviglia, spogli di parole e di concetti, che lascino il Mistero nella sua voce di silenzio sottile, acqua limpida e buona.
3 Marzo 2023

5 Marzo

Domenica scorsa il diavolo aveva condotto Gesù su un monte altissimo per mostrargli i regni della terra. Questa domenica il Maestro conduce Pietro, Giacomo e Giovanni, cioè la sua Comunità, su un monte alto per mostrare loro non solo il mistero della sua persona, ma la pienezza dell’umanità raggiunta da chi vive le Beatitudini: la condizione divina. I discepoli vedono con occhi trasfigurati la divinità che si cela nell' uomo Yeshua/Gesù. Riescono a percepire in Lui l’Aatteso, colui che nella sua carne rendono reali, toccabili, compiute la Parola, la Scrittura, le Promesse significate da Mosè ed Elia. Il Maestro è la Parola che rivela il sogno del Padre sull’umanità, è la Parola che realizza la voce del Padre, È la Parola da ascoltare e seguire. Siamo chiamati come Abramo a metterci in cammino, a guardare in una altra direzione, a passare ad un altro luogo, in un viaggio Lech lecha, verso sé stessi, per incontrarci nella verità, attraversando le zone di luce e di tenebre che ci abitano, potare tutto ciò che frena la vita, l’identità costruita da altri. La Quaresima ci chiama a metterci in cammino dietro una Parola, che illumina, nutre, incoraggia, affascina. Una Parola incarnata che chiede adesione e fiducia, che vuole portarci alla pienezza della nostra umanità, che è vivere la condizione divina, già da ora figli nel Figlio, Luce che traspare nella fragilità della carne, nei lineamenti dell’uomo.
9 aprile – Pasqua
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