
15 Gennaio
15 Gennaio 2023
Neve a Cerbaiolo!!!
19 Gennaio 2023I monaci: contestatori dl mito dell'efficienza, cercatori dell'Assoluto
Oggi la Chiesa celebra la festa liturgica di Sant’Antonio Abate, considerato Padre del monachesimo e del monachesimo anacoretico/eremitico in particolare.
È opportuno fare una riflessione sul monachesimo e sulla sua importanza per la nostra società. Lungo i secoli è stato percepito come fuga mundi, collocato nel deserto, inteso come luogo irraggiungibile e non interessante per il potere dominante.
I monaci non si allontanavano dall' umanità ma dalla mondanità. Da raggiungere per sé e come proposta per tutti, attraverso un cammino di unificazione, l’armonia perduta a causa del peccato. Diventare umani, divenendo armonici, riconciliati con sé stessi e con il tutto.
Cammino che passa attraverso l’ascesi (palestra), fatica che attraverso il silenzio, la solitudine, digiuno, veglie, ecc. cerca di modellare le proprie passioni mettendole a servizio della costruzione della propria armonia.
La marginalità del monaco rispetto la società, dice la distanza necessaria per creare uno spazio di dialogo che implica un cammino da fare.
Si deve capire che cosa vuole essere il monachesimo e il suo scopo. Quando si vuole definire qualcosa di solito si parte sempre dal fare, dalla operatività che rende visibile, il monachesimo ha una identità nascosta, non data dal fare, ma dalla gratuita', nel senso che non hanno attività specifiche, un ruolo funzionale nella Chiesa.
Il monachesimo è gratuità assoluta, unicità inspiegabile, puro segno nella Chiesa e nel mondo. Il monachesimo si è focalizzato sull’unum necessarium che combacia con il fine ultimo dell’essere umano,
Assoluto presente nell’attrarre e assente, mai totalmente arrivato. Nel cammino il monaco è chiamato a spogliarsi/denudarsi per dare spazio e sentire in maniera più forte la voce dell’Assoluto, lasciando andare tutto ciò che inquina, disturba, camuffa tale voce, e cerca un metodo cioè qualcosa che lo aiuti a rimanere in contatto con quel richiamo.
Il monaco è un cercatore costante: e un at-tendere, un essere proteso verso l’Assoluto.
Il monachesimo richiama alla sobrietà, Siamo pieni e ossessionati di bisogni, poco protesi ai desideri, che ci chiamano a domandarci che cosa è davvero necessario per vivere, necessità di essenzialità e leggerezza,
Si rischia di ridurre la propria vita a delle cose. Possedere è il contrario di ringraziare, ci impedisce di essere attenti alle dimensioni che ci danno senso, che rispondono alla vita con pienezza.
Usciti dalla sindrome del fare, dell’accumulare, emerge la dimensione dell’io profondo, della vera natura, la saggezza, che richiama la dimensione dell'Oltre, dell'affidamento, dell'abbandono, della preghiera, del silenzio, della vita pura.
p.Claudio, eremita di Cerbaiolo - oblato camaldolese
Panini benedetti di Sant'Antonio, tradizione pratese
foto: panini benedetti di Sant’Antonio Abate, tradizione toscana