Flora e fauna
20 Novembre 2018“Un Canto di Natale”al Papini di Pieve
28 Novembre 2022
VIII sec.Le origini,
l'alto medio evo
706 - Sorge un primo piccolo monastero fatto costruire da Tedaldo, signore di Tiferno (Città di Castello) per regalarlo alla figlia che gli chiede di costruirlo sulla nuda roccia, "come il Golgota"
722 - Tedaldo fa redigere un atto notarile che attesta la donazione ai monaci benedettini, affinché non venga mai contestato il loro diritto di proprietà di Cerbaiolo
XI - XIII sec.la crescita,
il basso medio evo
1126 - Il tempo passa ed i pochi monaci benedettini rimasti, abbandonano Cerbaiolo per trasferirsi in altri due monasteri in zona.
L'eremo è così lasciato disabitato.
1150 - Papa Gregorio III scomunica coloro che danneggiano la foresta di Cerbaiolo ancora proprietà dei benedettini.
1217 - San Francesco, andando per la terza volta alla Verna, passa per Pieve Santo Stefano e gli viene offerto l’eremo disabitato per i suoi frati.
Lui l’accetta pur rimanendo la proprietà dei benedettini
1218 -Dopo lavori di consolidamento e restauro i frati vi si trasferiscono definitivamente.
1221-1230 - Fu frequentato a varie riprese da S.Antonio da Padova, che vi terminò la composizione dei Sermoni, cominciati alla Verna, su commissione di papa Gregorio IX.
E' l'anno prima della sua morte
1240 - In un censimento dei luoghi francescani, Cerbaiolo e Montecasale risultano essere Romitaggi della Custodia perugina, essendo a quel tempo queste terre parte dell’Umbria.
1306 - I benedettini cedono ai francescani la proprietà del luogo in cambio di un palazzo a Badia Tedalda. La chiesa viene ora dedicata a San Francesco
VII sec.La prosperità,
il rinascimento
1518 - Con l’approvazione di Papa leone X la proprietà dell’eremo passa dai frati Conventuali ai Minori Osservanti. La chiesa cambia il titolo in “Santa Maria di Cerbaiolo”.
1520 - Dopo essere stato sotto la diocesi di Città di Castello, in quell'anno è entrato a far parte della Diocesi di Sansepolcro.
1587 - Dal libro delle anime, a quella data si apprende che l’eremo è abitato da una comunità di 12 frati.
XVIII sec.La secolarizzazione,
il settecento
1716 - Viene eretta nel bosco la cappella in onore di S. Antonio dove si dice fosse la sua capanna e per conservare la memoria di un precedente piccolo oratorio.
1783 - Con il permesso del vescovo i frati lasciano Cerbaiolo e si trasferiscono a Pieve Santo Stefano. Cerbaiolo diviene sede parrocchiale con il titolo di “S. Antonio da Padova” retta da un prete.
Il convento viene occupato da delle famiglie e nasce così la piccola frazione di Comune.
XIX sec.L'unità d'Italia
1867 - Giosuè Carducci è ospite a Cerbaiolo, non più solo convento, e ritrae la sua esperienza nell'ode Agli amici della Valle Tiberina:
«E tu che al cielo, Cerbaiol, riguardi Discendendo dai balzi d'Appennin,
Come gigante che svegliato tardi S'affretta in caccia e interroga il mattin»
XX sec.La guerra e la ricostruzione
1930 - Tra le due guerre, a Cerbaiolo abitano 39 persone più quelle che vivono nelle case coloniche dei dintorni. In tutto, la parrocchia conta 97 anime
1944 - Nell'agosto anche Cerbaiolo viene distrutto dalle mine tedesche per rallentare l'avanzata delle truppe alleate. L'eremo si trovava sulla linea gotica, sotto i capisaldi e le postazioni di artiglieria.
1950 - Nel dopo guerra, sono avviati i lavori di recupero a cura della Soprintendenza di Arezzo
1967 - La gestione del recupero è ceduta dal vescovo di Sansepolcro ad un Istituto Secolare Francescano.
Da allora è stato abitato da un'eremita della Piccola Compagnia di santa Elisabetta, Suor Chiara, nata Maria Annunziata Barboni a Porto Corsini (RA) nel 1924
XXI sec.I giorni nostri
2010 - Fine di un sogno. Suor Chiara torna al Padre celeste ad aprile. E' sepolta al piccolo cimitero sotto l'eremo
Poco dopo, un asceta prende alloggio nel romitorio sotto la cappellina del letto di Sant'Antonio, ma non recupererà il clima di accoglienza di Suor Chiara.
2016 - Chiuso al pubblico dopo la morte dell'ultimo eremita, il complesso cade in abbandono totale. La natura sembra voler riprendersi quelle pietre e quegli edifici ormai chiusi a tutti.
2019 - Grazie all'arrivo di Padre Claudio Ciccillo della fraternità di San Damiano di Ravenna e grazie all'impegno di tanti volontari provenienti da Pieve Santo Stefano, da Ravenna, ma non solo, l'eremo riapre i battenti alla Celebrazione Eucaristica e, finalmente, ai pellegrini.
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