Chiara

Nel mondo, ma non del mondo.

Al secolo Maria Annunziata Barboni, nata a Porto Corsini nel ‘24, quando il toponimo indicava il villaggio di pescatori e la lanterna. Del come arrivò al Cerbaiolo – e implicitamente alla sua personale fede - raccontava: "Mi sono arrabbiata con il Signore quando volevo che mi facesse trovare una casaccia dove potermi ritirare ogni tanto.

Ero in santa Chiara, ad Assisi, dove c’è il crocifisso che ha parlato a Francesco, e gli ho detto: “Ma quando me la dai una casaccia?” Sì, quella volta ci ho litigato. Ma poi si sapeva come sarebbe andata a finire". Nel 1960 del monastero benedettino di Cerbaiolo, originario del VIII secolo, che aveva visto il soggiorno di sant’Antonio e ospitato Giosué Carducci, restavano solo le rovine: nel ‘44 i tedeschi in ritirata avevano fatto saltare la chiesa e parte del convento. Suor Chiara curò la ricostruzione di una porzione della grande struttura originaria e ci andò a vivere, "in un luogo solitario ma non chiuso". Ci sarebbe restata trent’anni, in compagnia delle sue amate “bambine” - un piccolo gregge di caprette – e persino d’un barbagianni.

Nelle stalle sussurrava la preghiera: "Padre nostro, dacci il nostro fieno quotidiano". Ravignana cenobita, si considerava del mondo ma non nel mondo. La sua semplicità era la profonda saggezza di chi, ponendosi le domande immutabili nascoste in noi, aveva trovato le risposte.

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