
L’attesa
21 Dicembre 2022
Messa di Natale
24 Dicembre 2022
Bansky - "Toxic Virgin Mary", stencil su muro, 2004
Viviamo un tempo di cambiamento epocale, una crisi di sistema, antropologica, dove si stanno ridisegnando gli assetti geopolitici, economici, filosofici. C’è una crisi del pensiero, della produzione culturale, viviamo in una società in cui si è sviluppata la tecnologia, corre la parte tecnica, l’intelligenza artificiale, la robotica, a scapito delle materie umanistiche, la filosofia, il pensiero, la parte spirituale dell'uomo, in una parola: dell’Umanesimo.
Questa crisi del pensiero si manifesta nella società, nel campo politico, dove mancano visioni ampie, che disegnano modelli alternativi di vivere insieme, dove si affrontano i problemi sempre a valle mai alla fonte. A livello economico ed ecologico dove si allontana sempre di più la giustizia, una ridistribuzione equa delle ricchezze, che dia opportunità e sviluppo a tutti e a ciascuno. Crisi che produce esodi di popoli in cerca di futuro e di vita, che fuggono da guerre, povertà, carestie.
Il Natale ci chiama a fermarci, ad abitare il silenzio per ridare spessore alle parole e alle azioni, per rimettere al centro del pensiero e dell'agire l’uomo. Nella sua unità di spirito, anima e corpo, nella sua concretezza che si dipana nello spazio e nel tempo. L’uomo di cui la politica, l’economia, la finanza devono essere a servizio, per migliorarne la vita personale e sociale, L’uomo con i suoi punti di forza e fragilità, che vive in un corpo che ne narra la vita, ne porta i segni e ne svela i bisogni ed i sogni.
Mettere l’uomo al centro chiama tutti e ciascuno a combattere la cultura dello scarto che si nutre di indifferenza ed egoismo, di deleghe ed ignavia, riscoprire il mondo come Betlemme ( בֵּיִת לֶחֶם Bet Lechem: casa del pane) ovvero luogo dove tutti siedano a mensa con pieno diritto, dignità e opportunità di vita. Saldare il cielo con la terra, la fede con la storia, il Vangelo con il giornale.
Il Natale ci chiede più coraggio, nel senso etimologico del termine, cioè più cuore, più passione, più impegno per la vita, per la giustizia, per una politica del bene comune, rimettendo l’economia fra l’etica e l’ecologia, con la consapevolezza che più diventiamo umani, più ci manifestiamo divini.
p. Claudio, Eremita di Cerbaiolo. Oblato Camaldolese